Entrare nella mente dei consumatori e guidarli nelle loro scelte d’acquisto. Una chimera di impossibile realizzazione o una semplice strategia a uso delle imprese che non hanno timore di guardare al futuro da protagoniste? Sicuramente la seconda: il Neuromarketing risponde alle domande sull’avvenire del commercio elettronico e lo fa con una sicurezza da vero leader.
Scopo del neuromarketing è di studiare le reazioni emotive a uno spot o una promozione analizzando le immagini del cervello. Le tecniche per farlo sono molteplici, tra cui merita menzione la risonanza magnetica. L’obiettivo è chiaro come la luce del sole: scoprire il modo per persuadere i consumatori a compiere certe azioni e attrarli alle proprie strategie.
Come mai si parla tanto di Neuromarketing?
Ogni giorno veniamo sommersi da fiumare di dati e informazioni. Flussi continui e moli di bit vengono elaborati dai nostri cervelli in una vera e propria tempesta che non ha sbocchi né momenti di pausa. Non appena ci colleghiamo alla rete, è facile rimanere intrappolati nei suoi vortici magmatici e nelle sue innumerevoli ragnatele. Quando pensiamo di star compiendo una decisione dettata dalla ragione, siamo in realtà in balìa di processi emotivi manovrati dalle reazioni elettrochimiche prodotte dal cervello in risposta a stimoli particolari. Certi messaggi pubblicitari vengono memorizzati e archiviati dal nostro inconscio. E il neuromarketing può aiutarci a capire dove vanno a finire e come vengono recepiti, quale influenza esercitano su di noi e via dicendo. Ecco perché si sta parlando sempre di più di strategie legate allo studio del cervello.
L’esperimento di Martin Lindstrom
Martin Lindstrom è uno dei maggiori esperti mondiali di Neuromarketing. Il suo contributo alla disciplina si può riassumere in una serie di best-seller come Small Data o Brandwashed e il contributo all’operato di brand e PMI in tutto il globo.
Nel 2008, lo studioso ha condotto il più grande esperimento di neuromarketing del momento, sfruttando la risonanza magnetica funzionale per la scansione del cervello dei consumatori, così da capirne il funzionamento in relazione a specifici stimoli.
L’idea di base dell’esperimento condotto da Lindstrom verteva sulla sequente considerazione: se siamo in grado di comprendere e conoscere appieno la parte inconscia del nostro cervello – responsabile della gestione dell’85% di tutto quello che facciamo tutti i giorni – saremo di conseguenza più vicini a scoprire che cosa sentiamo veramente nella vita di tutti i giorni, e questo si riflette inevitabilmente sugli acquisti che compiamo, siano essi online oppure offline.
Tre consigli di neuromarketing per le imprese
Dall’esperimento professionisti ed esperti del settore hanno potuto convenire che il neuromarketing deve essere sfruttato come si conviene. Bisogna creare strategie di promozione che puntino dritto al cuore dei consumatori, entrare in empatia con essi, stabilire una relazione empatica e attenta alle loro esigenze più riposte, distinguersi dai competitors curando piccole tattiche e trucchetti capaci di far risaltare il nome del Brand rispetto al resto.
Ricapitolando
In sintesi: scopo del neuromarketing è trovare nuovi metodi per invogliare le persone ad acquistare certi prodotti, analizzare talune proposte, accettare particolari slogan e annunci promozionali. La strategia è sotto gli occhi di tutti. Ed è quanto di più efficace ci possa essere per migliorare l’interazione tra brand e consumatore stimolando la crescita delle conversioni.
Se vuoi saperne di più in materia di Neuromarketing sei invitato all’ottava edizione dell’Ecommerce Day. L’evento si terrà il 19 ottobre al Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino.
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